Segnali incoraggianti sul potere d'acquisto delle famiglie italiane, anche se la strada per il ritorno ai livelli pre-crisi resta lunga. Nel primo trimestre del 2017 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell'1,5% rispetto a quello precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell'1,3%. Secondo l'Istat viene segnato per il reddito un rialzo annuo del 2,4% e per la spesa un aumento del 2,6%. In entrambi i casi, si tratta degli incrementi tendenziali più alti dal terzo trimestre del 2011. La propensione al risparmio delle famiglie nel primo trimestre è stata invece pari all'8,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (una risalita dopo il calo del trimestre precedente).
Deficit/Pil a 4,3%. Pressione fiscale sale al 38,9%
Ancora giù gli investimenti della Pa (-3,8%)
Nel primo trimestre del 2017 gli investimenti fissi lordi della Pa sono diminuiti del 3,8% su base annua. Per l'Istat, che diffonde i dati sul conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, si tratta del quinto calo consecutivo.
� Positivo il reddito reale al netto dei prezzi Nel trimestre quindi il reddito disponibile delle famiglie, come evidenziato dall'Istituto di statistica, è cresciuto in modo "significativo". E, infatti, nonostante la ripresa dell'inflazione il potere d'acquisto, il reddito reale (al netto dell'andamento dei prezzi), si è mantenuto positivo. L'incremento del reddito è stato nei primi tre mesi del 2017 più forte rispetto al rialzo dei consumi, determinando così una risalita della propensione al risparmio (definita dal rapporto tra risparmio lordo e reddito lordo disponibile).
Sempre nel primo trimestre del 2017 il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è rimasto al 6,1%: fermo in termini congiunturali e in aumento di 0,1 punti su base annua (si tratta del rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie, che comprendono esclusivamente la spesa per l'acquisto di abitazioni e per la loro manutenzione straordinaria, e reddito disponibile lordo). Passando dalle famiglie alle imprese, la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,0%, risulta invariata rispetto al trimestre precedente, mentre il tasso di investimento è sceso al 19,9% (20,4% nel trimestre precedente).